giovedì 8 ottobre 2015

Editoriale n. 7






«Se qualcosa di me ancora vale»


Con questo numero si conclude la ricerca sull'opera di Lionel Bourg, il quale, dopo lo scorso numero della rivista, ci ha inviato una gradita lettera che pubblichiamo, tradotta, all'interno. Bourg ci sembra un vero poeta e i suoi versi ci hanno realmente emozionato.

I mesi estivi sono notoriamente periodi di festival teatrali (tra breve inizierà a Benevento 1' annuale Città‑Spettacolo). Abbiamo quindi deciso di far partire, da questo numero, un'inchiesta tra gli addetti ai lavori (studiosi, attori, registi, ecc.) per fare il punto sulla situazione del teatro oggi, una riflessione che ci permetta di capire dove si sta indirizzando la ricerca in campo teatrale.
Quello che ci interessa è, ovviamente, un certo tipo di teatro, che non è solo divertimento, masi interroga sull'oggi, riflette e fa riflettere, un teatro, oserei dire, necessario.
Perché questo interesse per il teatro in una rivista di poesia? I rapporti sono stretti da tempo (si pensi solo al teatro e grande poesia di Shakespeare e Calderon della Barca). Poesia e teatro si incontrano nel corpo dell'attore e, attraverso di lui, la poesia si fa voce pulsante, esce dalla pagina scritta per farsi incontro al pubblico/lettore. Molti poeti scrivono per il teatro o riconvertono testi di alta poesia per le scene (Sanguineti, Luzi e Giudici con la Commedia di Dante, ma si pensi anche all'interesse di attori/registi come De Berardinis e Moscato per la poesia); si assiste, insomma, ad un ritorno al teatro di poesia.
«Da sempre la poesia ha trovato nella voce dell'attore, nella rappresentazione scenica un habitus narrativo e visionario, una comunicazione cromatica ed empirica, dalla tragedia all'epica, dal canto alla lirica, dall'ode civile alla "prosa" del verso. Nel gesto dell'attore ha scandito il suo ritmo ossessivo e cantilenato, la sua scansione onirica e la sua trasgressione lessicale. Sulle assi del palcoscenico la poesia riscopre il significato rituale della propria esplosione lirica» (Giacomo Martini, Prefazione, in AA. VV, Poesia Teatro Drammaturgia, «I Quaderni del Battello Ebbro», n. 12‑13, giugno 1993).

Vorremmo dedicare idealmente questo nostro numero alla memoria di quei poeti (Volponi, Scataglini) morti in questo agosto ‘assassino'.

Se qualcosa di me ancora vale 
debbono tale cosa prenderla gli altri, 
impiegarla e trame profitto presente e reale.

(Paolo Volponi, da Per questi versi, in Nel silenzio campale, Piero Manni, 1990)


Luca Rando

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