Oltre la desacralizzazione
La desacralizzazione del mondo procede in diversi modi e con diverse
prospettive e risultati.
Secondo alcune scuole di pensiero il sacro è in modo assoluto, agisce
efficacemente e fa durare le cose, in contrasto con le evenienze casuali della
Storia.
Il sacro dunque sarebbe una forma vitale che unisce i membri di un gruppo e
aiuta gli individui in occasioni di crisi, sanzionando valori, regole e leggi.
Da ciò deriva la ritualità - religiosa e non - che serve a liberare l'uomo
da ansie e paure che gli derivano dall'impossibilità di controllo sugli eventi
esterni.
Io non credo a un mondo superiore e assoluto a cui rapportarsi nei momenti
di crisi, credo però che ci sia un patrimonio del passato da difendere e
conservare contro una desacralizzazione
volgare e presuntuosa che tende ad appiattire l'uomo sul presente e a ridurre
ogni cosa al suo valore economico. Un sacro nel mondo, per intenderci.
In questo numero della rivista una buona parte degli articoli è dedicata ad
un tema specifico, "Sacro e Profano", che prende spunto dal tema
della Città Spettacolo di Benevento: Luca Zolli ha inquadrato la problematica
in esame; Tiziana Antonilli illustra la raccolta di Mario Luzi Viaggio terrestre e celeste di Simone
Martini, viaggio interno ed esterno all'uomo alla ricerca di un
rinnovamento terreno e spirituale; io ho scritto sul teatro di Annibale
Ruccello (presente anche nella rassegna teatrale della città con due testi: Mamma e Notturno di donna con ospiti), la cui opera si inserisce in questa
problematica per il chiaro richiamo alla perdita di valori in una società
desacralizzata, che ha perso il suo legame con la tradizione, e trascinata, da
un uso distorto dei media, verso una "malattia" senza guarigione;
Vincenzo Pellegrini riflette sui prodromi della differenziazione tra la musica
sacra e quella profana; e infine Nicola Sguera ricorda il cinema di Tarkovskij, la
cui opera, la sua alta spiritualità, ben si inserisce nel quadro di questo
speciale.
Il riferimento al tema di Città Spettacolo è stato voluto sia per l'
attualità della problematica, sia perché riteniamo che questo avvenimento sia
un'occasione per la nostra città di crescita culturale. Occasione che non va
sprecata, ma anzi aiutata a svilupparsi con la convergenza di tutte le energie
artistiche e intellettuali.
Inoltre siamo felici che per la prima volta, come richiesto lo scorso anno,
ci sia anche uno spazio (piccolo) per la poesia all'interno della rassegna.
Luca Rando
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