La scuola necessaria
La scuola italiana è diventato un problema su cui i
governi possono cadere, le maggioranze sfaldarsi. Finalmente si è capito che
sulla formazione e i saperi si gioca il destino (storico ed economico) del
nostro paese.
Due i piani del discorso: da una parte quello legislativo
legato al nuovo quadro politico, dall'altro quello dei soggetti della scuola
(alunni e professori).
In merito all'autonomia ci sembra che i pericoli di una
filosofia che guarda solo al mercato siano notevoli e rischino di inficiare gli
eventuali benefici (minore incidenza della burocrazia, ecc.).
Riguardo ai finanziamenti alle scuole private,
prevalentemente cattoliche, ci opponiamo fermamente, non per intolleranza
religiosa ma perché è inammissibile finanziare le scuole private quando molte
scuole (soprattutto del sud Italia) cadono a pezzi (e non solo
metaforicamente). È necessario, inoltre, difendere la laicità della scuola,
unica istituzione capace di formare la coscienza dei futuri cittadini.
Condividiamo, dunque, la protesta (occupazioni,
autogestioni, manifestazioni pubbliche) per il forte disagio che si respira nel
mondo della scuola. Dissentiamo, d'altra parte, dalla forma in cui si attua
questa protesta: troppo spesso le occupazioni di fine novembre sembrano diventate
un rito prenatalizio in cui mancano i contenuti (gli ideali?), le discussioni
latitano e si preferiscono giochini presi dalla televisione ad assemblee o
momenti di studio sulla problematica.
Ciò nonostante, al di là delle singole rivendicazioni, crediamo
che sia importantissimo che gli studenti si pongano come soggetto attivo della
propria formazione, chiedendo di partecipare a decisioni e non ad esserne
semplici esecutori (in nome del mercato, ecc.). Bisogna far capire ai ragazzi
che il loro "sogno" deve essere nutrito di sapere e poesia, come la
vita di ogni uomo, altrimenti durerà poco.
Per quanto riguarda l'altro "soggetto"
scolastico, la classe dei docenti ogni anno sembra completamente impreparata ad
affrontare un movimento che parte dagli studenti e che invece dovrebbe vedere
in primo piano proprio loro ed i genitori. Infatti quelli che sono colpiti
maggiormente dalla riforma sono proprio i professori che invece sembrano
lasciarsi scorrere tutto addosso desiderosi solo di finire i programmi ministeriali
ed essere lasciati in pace per il resto.
Se i motivi della protesta sono giusti bisognerebbe
trovare forme e modi di collaborazione tra docenti e discenti in cui tutti
possano confrontarsi e crescere.
la rosa necessaria
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