giovedì 8 agosto 2019

Editoriale n.24




Guerra! 12 maggio 1999

Cari amici,
si continua a discutere di guerra giusta e guerra ingiusta... Continua il martellamento dei giornali sulla necessità di aiutare i profughi kosovari, sul bisogno di bloccare la pulizia etnica dei serbi, sul ruolo preventivo/punitivo dei missili, sugli americani che hanno sempre fatto la cosa giusta (due guerre mondiali vinte vorranno pur dire qualcosa), sul mostro Milosevic e così via.
 Mi chiedo stupito perché mai non ci siano stati interventi "umanitari" in Ruanda, Cecenia o Turchia (ma le alleanze politiche tra gli Stati contano senza dubbio).
I mostri sono sempre gli altri, quelli che prima vengono armati per i nostri interessi (Saddam Hussein è un esempio ancora molto vicino nel tempo e nella memoria) e 'poi, quando disattendono le attese, quando mettono in gioco l'economia internazionale dei "grandi" del pianeta, vengono descritti come pericolosi criminali, nuovi Hitler. Ma fino a quel momento? Possibile che Milosevic sia diventato improvvisamente un folle? Il pericoloso nazionalismo di cui ora è portavoce non c'era già durante la guerra bosniaca e ancora prima negli scontri con sloveni e croati? E sono forse migliori Izetbegovic o Tudjman?
Perché, poi, fare una classifica dei profughi? Perché ci si deve dimenticare dei profughi serbi, della pulizia etnica croata? Perché associare il popolo serbo al dittatore? Quali interessi superiori ci sono per ammettere anche solo la morte di un innocente?
Purtroppo abbiamo tutti la memoria corta, purtroppo la pigrizia si impadronisce facilmente di noi anche quando la guerra ci sfiora da vicino. I pacifisti sono "stupidi" o idealisti o dalla vista corta rispetto ai lungimiranti generali NATO o ancora solo vittime della bieca propaganda filoserba...
Ma qui, nell'Ovest civilizzato, la propaganda è solo quella dei militari, quella che ci parla di un intervento umanitario, dei serbi stupratori, di missili intelligenti. E quando serpeggia qualche dubbio, se un "errore" nei bombardamenti alimenta qualche dubbio, ecco una fossa comune da far vedere, una donna stuprata da intervistare per ribadire la giustizia di quei morti per caso.
 Cosa ha portato questa guerra? L'aiuto che si doveva dare ai kosovari è fallito (i profughi sono aumentati proporzionalmente agli attacchi), Milosevic è più popolare ora di due mesi fa,1'opposizione democratica in Serbia è ridotta al silenzio, anche le vittime (serbe e kosovare) sono aumentate. E allora? Che fare?
La guerra ha solo portato alla luce l'incapacità dei governi europei a gestire con le armi della politica le crisi che scoppiano nella porta accanto; ha mostrato il ruolo di "giustizieri del mondo" degli Stati Uniti; l'importanza dell'economia e del partito delle armi, dell'industria militare e dei guerrafondai nelle decisioni dei governi; la sudditanza dell'Europa nei confronti degli U.S.A., dell'O.N.U. alla NATO. E soprattutto il ruolo di una informazione manovrata, gestita per i propri fini da militari senza scrupoli (Clark) e da politicanti che hanno smarrito la ragione. Già la ragione... Dov'è più in queste grida, in questi ordini, in questa violenza? E ancora la guerra, questa come le altre che si ripetono senza insegnare nulla, ha dimostrato l'inutilità della Parola (quella di intellettuali e poeti come quella del Papa) di fronte alla armi. Pasolini parlava delle armi della poesia, ma qui queste armi sono zittite, e chi grida la sua parola contro la guerra (con poesie d'amore, con poesie di pace o sofferenza) rimane inascoltato.
Il fragore delle armi annienta qualunque parola e rimangono solo i gesti di solidarietà, muti, indifesi, di chi, sotto il cielo di Belgrado, testimonia con la sua presenza la follia della guerra.

Post scriptum al 22/05/1999
Nulla è cambiato. Solo qualche piccolo tentativo senza speranza. Io, intanto, penso a questa tragedia e alla troppo frequente pigrizia che ci prende e che chiamiamo quieto vivere. Dovremmo, invece, sporcarci le mani, lottare per ciò in cui crediamo.

Con affetto a voi tutti


LUCA RANDO

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