Guerra! 12 maggio 1999
Cari amici,
si continua a discutere di guerra giusta e guerra
ingiusta... Continua il martellamento dei giornali sulla necessità di aiutare i
profughi kosovari, sul bisogno di bloccare la pulizia etnica dei serbi, sul
ruolo preventivo/punitivo dei missili, sugli americani che hanno sempre fatto
la cosa giusta (due guerre mondiali vinte vorranno pur dire qualcosa), sul
mostro Milosevic e così via.
Mi chiedo stupito
perché mai non ci siano stati interventi "umanitari" in Ruanda, Cecenia
o Turchia (ma le alleanze politiche tra gli Stati contano senza dubbio).
I mostri sono sempre gli altri, quelli che prima vengono
armati per i nostri interessi (Saddam Hussein è un esempio ancora molto vicino
nel tempo e nella memoria) e 'poi, quando disattendono le attese, quando
mettono in gioco l'economia internazionale dei "grandi" del pianeta,
vengono descritti come pericolosi criminali, nuovi Hitler. Ma fino a quel
momento? Possibile che Milosevic sia diventato improvvisamente un folle? Il
pericoloso nazionalismo di cui ora è portavoce non c'era già durante la guerra
bosniaca e ancora prima negli scontri con sloveni e croati? E sono forse
migliori Izetbegovic o Tudjman?
Perché, poi, fare una classifica dei profughi? Perché ci
si deve dimenticare dei profughi serbi, della pulizia etnica croata? Perché
associare il popolo serbo al dittatore? Quali interessi superiori ci sono per
ammettere anche solo la morte di un innocente?
Purtroppo abbiamo tutti la memoria corta, purtroppo la
pigrizia si impadronisce facilmente di noi anche quando la guerra ci sfiora da
vicino. I pacifisti sono "stupidi" o idealisti o dalla vista corta
rispetto ai lungimiranti generali NATO o ancora solo vittime della bieca
propaganda filoserba...
Ma qui, nell'Ovest civilizzato, la propaganda è solo
quella dei militari, quella che ci parla di un intervento umanitario, dei serbi
stupratori, di missili intelligenti. E quando serpeggia qualche dubbio, se un
"errore" nei bombardamenti alimenta qualche dubbio, ecco una fossa comune
da far vedere, una donna stuprata da intervistare per ribadire la giustizia di
quei morti per caso.
Cosa ha portato
questa guerra? L'aiuto che si doveva dare ai kosovari è fallito (i profughi
sono aumentati proporzionalmente agli attacchi), Milosevic è più popolare ora
di due mesi fa,1'opposizione democratica in Serbia è ridotta al silenzio, anche
le vittime (serbe e kosovare) sono aumentate. E allora? Che fare?
La guerra ha solo portato alla luce l'incapacità dei
governi europei a gestire con le armi della politica le crisi che scoppiano
nella porta accanto; ha mostrato il ruolo di "giustizieri del mondo"
degli Stati Uniti; l'importanza dell'economia e del partito delle armi,
dell'industria militare e dei guerrafondai nelle decisioni dei governi; la sudditanza
dell'Europa nei confronti degli U.S.A., dell'O.N.U. alla NATO. E soprattutto il
ruolo di una informazione manovrata, gestita per i propri fini da militari
senza scrupoli (Clark) e da politicanti che hanno smarrito la ragione. Già la
ragione... Dov'è più in queste grida, in questi ordini, in questa violenza? E
ancora la guerra, questa come le altre che si ripetono senza insegnare nulla, ha
dimostrato l'inutilità della Parola (quella di intellettuali e poeti come
quella del Papa) di fronte alla armi. Pasolini parlava delle armi della poesia,
ma qui queste armi sono zittite, e chi grida la sua parola contro la guerra
(con poesie d'amore, con poesie di pace o sofferenza) rimane inascoltato.
Il fragore delle armi annienta qualunque parola e
rimangono solo i gesti di solidarietà, muti, indifesi, di chi, sotto il cielo
di Belgrado, testimonia con la sua presenza la follia della guerra.
Post scriptum al 22/05/1999
Nulla è cambiato. Solo qualche piccolo tentativo senza
speranza. Io, intanto, penso a questa tragedia e alla troppo frequente pigrizia
che ci prende e che chiamiamo quieto vivere. Dovremmo, invece, sporcarci le
mani, lottare per ciò in cui crediamo.
Con affetto a voi tutti
LUCA RANDO
Nessun commento:
Posta un commento